L’amore può supplire la mancanza di moltissime doti, ma a... (Leggi tutto)
Si può e si deve essere moderni, ma non mondani; perché moderno è quello che risponde alle esigenze vere e profonde del tempo, mondano è quello che è di moda, quindi effimero e capriccioso.
Don Carlo Gnocchi, Educazione del cuore, 1937
Ben più grande quindi è la tua generosità d'animo e la tua certezza che lavorando per gli altri si provvede anche a sé. Se molti fossero quelli che comprendono queste verità ed hanno questa larghezza di spirito, il mondo andrebbe molto diversamente da come va.
Don Carlo Gnocchi, lettera a Mario Biassoni, 15 agosto 1949
La nostra crisi è assai più vasta e più profonda di quanto può apparire all’osservazione superficiale. Essa è, prima che politica ed economica, una crisi morale, anzi una crisi metafisica. Come tale, investe più o meno acutamente e palesemente, tutti i popoli, perché tocca l'uomo e il suo problema esistenziale. Mancano all'uomo moderno ragioni ferme ed immutabili di vita, valori eterni e non contrattabili che condizionino i valori terreni e contingenti, certezze fondamentali che diano coerenza e intelligibilità alla favola dell'esistenza umana. Per questo siamo caduti nell'incoerenza, nel frammentarismo della vita, nel compromesso e nella irresponsabilità morale, nel girellismo politico e nella dilagante disonestà pubblica e privata
Don Carlo Gnocchi, Restaurazione della persona umana, 1946
Eppure quello che sarebbe assurdo ammettere nell’estimazione dei valori materiali è stato rivendicato all’uomo moderno nell’estimazione dei valori spirituali e morali, così che ne è nato l’attuale caos spirituale del mondo, nel quale le nazioni e gli individui non riescono più ad intendersi stabilmente, essendo venuta loro a mancare una base comune di contrattazione.
Don Carlo Gnocchi, Restaurazione della persona umana, 1946
Il mondo non è mai stato così “uno” come oggi; ma per ora, soltanto di una unità corticale ed esteriore, causata dal progresso tecnico. È compito del progresso spirituale quello di dare al mondo anche l’unità interiore: l’idea universale nella quale tutti possono trovarsi fratelli.
Don Carlo Gnocchi, Restaurazione della persona umana, 1946
I legami tra uomo e uomo si sono andati infittendo in questi decenni come non mai, l’uomo ha sperimentato in modo tragicamente evidente la coralità immensa che lo congloba in un solo destino, la terra si è enormemente impiccolita in forza dei nuovi mezzi di comunicazione e di trasporto.
Don Carlo Gnocchi, Restaurazione della persona umana, 1946
L’idea dell’unità umana è ancora alla sua preistoria e forse ci vorranno ancora secoli e soprattutto sacrificio per farla camminare, dal momento che la storia umana non sembra abbia trovato un mezzo per ascendere più valido di quello del sangue. Sarà certamente necessario passare prima attraverso il continentalismo, per arrivare all’universalismo; ma il problema è decisamente posto alle coscienze e al mondo… L’unità del genere umano, se è tutt’ora così immatura e tanto ostacolata sul piano esteriore e politico, è invece una vivente e operante realtà, se pure soltanto iniziale, nel piano profondo degli spiriti.
Don Carlo Gnocchi, Restaurazione della persona umana, 1946
Ma anche se la fraternità delle nazioni fosse davvero un’utopia, lasciatemi dire che tra la vecchia e la nuova, tra l’utopia di voler stabilire un equilibrio internazionale unicamente basato su un rapporto di forza, per cui stiamo regolarmente scannandoci da ormai troppi secoli e che si dimostra sempre più pazza e irrealizzabile e l’utopia che intende fondare la società internazionale su rapporti d’amore, vale la pena di tentare questa seconda, almeno a titolo di prova e come un’evasione disperata di una generazione che all’odio umano ha pagato il più alto tributo di sangue e di rovine.
Don Carlo Gnocchi, Restaurazione della persona umana, 1946
Ne nascerà così un nuovo tipo di umanità, una nuova personalità dagli equilibri perfetti e dalle più sconfinate possibilità: la personalità cristiana, di cui già s’intravede la fisionomia dai caratteri del cristiano moderno e del cristianesimo contemporaneo: cristianesimo e cristiani attivi, ottimisti, sereni, concreti e profondamente umani; che guardano al mondo, non più come un nemico da abbattere o da fuggire, ma come a un prodigio da conquistare e redimere con l’amore, che pienamente attuano il comando di S. Paolo: “Tutto vi appartiene; voi appartenete a Cristo; Cristo appartiene a Dio… Fate prova di tutto e tenete quello che è buono… Pensate a tutto quello che è puro, a tutto quello che è giusto, a tutto quello che rende amabili, a tutto quello che fa buon nome”.
Don Carlo Gnocchi, Restaurazione della persona umana, 1946
L’Incarnazione, nel suo valore essenziale di equilibrio attivo tra i valori umani e i valori divini, ancora non è stata pienamente attuata dalla civiltà. Quella medievale e quella moderna hanno potuto sondare uno degli aspetti di questa realtà, ora l’umano, ora il divino, ma tocca ai tempi nuovi di comporre in sintesi queste divergenti esperienze e di attuare pienamente la legge dell’Incarnazione.
Don Carlo Gnocchi, Restaurazione della persona umana, 1946
Anche la civiltà moderna con tutte le sue caratteristiche e con tutti i suoi valori: la tecnica, il progresso, la bellezza, il lavoro, la scienza, l’arte, lo sport - in quanto manifestazioni e conquiste dello spirito umano - appartiene al Cristo e deve entrare a far parte della personalità cristiana.
Don Carlo Gnocchi, Restaurazione della persona umana, 1946
La civiltà moderna ha fatto fallimento, in quanto essa ha mancato al programma essenziale propostosi nella sua rivolta alla civiltà medioevale: cioè l’indipendenza assoluta dell’uomo e la sua nuova regalità laica.
Don Carlo Gnocchi, Restaurazione della persona umana, 1946
E così che, dopo l’era dell’infinito e l’umanesimo teocentrico della civiltà medioevale, dopo l’era del finito e l’umanesimo antropocentrico della civiltà moderna, deve nascere e nascerà l’era dell’Incarnazione e il suo nuovo umanesimo cristocentrico; sintesi e ricupero di quanto di vero e di buono avevano prodotto le civiltà precedenti. Alla personalità di tipo medioevale e a quella dell’uomo moderno, deve succedere e succederà la personalità cristiana, modellata sul tipo di Cristo, uomo e Dio ad un tempo.
Don Carlo Gnocchi, Restaurazione della persona umana, 1946