Rinasce all’insegna della bellezza il salone dei ragazzi... (Leggi tutto)
I carotenoidi, noti per le loro proprietà antiossidanti e per il ruolo nella protezione della pelle, potrebbero rivelarsi anche preziosi alleati nella cura delle persone con malattia di Parkinson. È quanto emerge da una ricerca condotta dal Laboratorio di Nanomedicina e Biofotonica Clinica (Labion) dell’IRCCS “Don Gnocchi” di Milano, che ha individuato nei carotenoidi e in alcune nanoparticelle naturali circolanti nel sangue dei potenziali indicatori dell’efficacia della riabilitazione.

Lo studio, pubblicato sulla rivista scientifica Redox Biology nell’ambito del progetto Virtread-Pd, condotto negli IRCCS di Firenze e Milano della Fondazione Don Gnocchi e coordinato dalla professoressa Francesca Cecchi, apre nuove prospettive per la personalizzazione dei percorsi riabilitativi nei pazienti parkinsoniani, ottimizzando così protocolli terapeutici e risorse sanitarie.
Il team di ricerca ha analizzato il sangue di trenta pazienti con Parkinson sottoposti a un programma di riabilitazione motoria presso l’IRCCS “Don Gnocchi” di Firenze, utilizzando la spettroscopia Raman, una tecnica innovativa e non invasiva che consente di identificare la composizione molecolare di un campione grazie all’interazione con la luce laser.
«La spettroscopia Raman permette di analizzare in modo rapido e non invasivo la composizione molecolare delle particelle circolanti nel sangue, fornendo informazioni oggettive sui cambiamenti biochimici indotti dalla riabilitazione - spiega Alice Gualerzi, biologa e ricercatrice del LABION -. È una tecnologia che apre la strada a un approccio più preciso e personalizzato, senza necessità di procedure complesse o dolorose per il paziente».
I ricercatori hanno osservato che livelli più bassi di carotenoidi nel sangue prima dell’inizio della riabilitazione sono associati a una migliore risposta al trattamento. Grazie all’analisi statistica dei dati, è stato inoltre possibile definire un valore soglia (cut-off) utile a prevedere in anticipo quali pazienti risponderanno meglio alla terapia.

«L’identificazione di biomarcatori predittivi oggettivi e misurabili rappresenta una svolta per la medicina riabilitativa - sottolinea Marzia Bedoni, biologa, responsabile scientifico e co-fondatrice del Labion -. Significa poter integrare la valutazione clinica con dati scientifici solidi, personalizzando i trattamenti in base alle caratteristiche biologiche di ciascun paziente. In questo modo si ottimizzano le risorse del sistema sanitario, indirizzando i percorsi più intensivi verso chi può trarne il massimo beneficio. Il nostro obiettivo è rendere la riabilitazione sempre più efficiente, sostenibile e centrata sulla persona, costruendo percorsi terapeutici basati sull’evidenza e sul profilo biologico del paziente».
Lo studio rientra nel più ampio progetto Virtread-Pd, che mira a valutare l’efficacia della riabilitazione su tapis roulant con realtà virtuale aumentata e a individuare biomarcatori predittivi – da parametri motori e cognitivi fino a proteine e metaboliti nel sangue – per definire protocolli terapeutici personalizzati.
Il Labion dell’IRCCS “Don Gnocchi” di Milano, fondato nel 2006, è un centro di eccellenza dedicato allo sviluppo e alla traslazione clinica di tecnologie innovative basate su nanotecnologie e biofotonica. La ricerca sui carotenoidi si inserisce nel più ampio impegno della Fondazione Don Gnocchi per coniugare scienza, tecnologia e assistenza, con l’obiettivo di migliorare la qualità di vita delle persone fragili e con disabilità.
Ufficio Stampa Fondazione Don Gnocchi
Milano, tel. 02 39703245 – 335 8498258
ufficiostampa@dongnocchi.it