Un pomeriggio di gioco ed emozioni nella sede rossonera... (Leggi tutto)
La medicina del futuro va costruita attraverso reti di ricerca e innovazione capaci di mettere in comune conoscenze, tecnologie e competenze, per offrire ai pazienti risposte sempre più precise e tempestive. È questo lo spirito di “Innova”, l’ambizioso progetto finanziato dal ministero della Salute (capofila Fondazione IRCCS Ca' Granda Ospedale Maggiore Policlinico), nell’ambito del Piano Nazionale Complementare “Ecosistema Innovativo della Salute”.
Al centro del progetto - al quale collabora in maniera significativa anche la Fondazione Don Gnocchi - vi è la creazione di una piattaforma multidisciplinare che favorisca la ricerca traslazionale (cioè quel percorso che porta le scoperte dei laboratori fino ai letti dei pazienti) e rafforzi l’ecosistema dell’innovazione in campo sanitario. L’obiettivo è sviluppare e diffondere sul territorio nazionale approcci diagnostici avanzati, basati sulla medicina di precisione, per alcune delle principali malattie dell’uomo: neurologiche, cardiovascolari, metaboliche, oncologiche e infiammatorie.
La struttura del progetto segue un modello a rete (“hub and spoke”), che vede coinvolti 43 istituzioni tra ospedali di ricerca, università e centri di eccellenza: un grande sistema collaborativo che valorizza il contributo di ciascuno. Alcuni centri svolgono il ruolo di hub di riferimento, mentre altri - definiti “spoke” - lavorano in sinergia per armonizzare e validare tecnologie e procedure innovative, condividendole con tutti i partner.
All’interno di questa rete, la Fondazione Don Carlo Gnocchi ricopre un ruolo attivo come spoke. In concreto, significa che partecipa sia al lavoro di validazione delle nuove procedure diagnostiche sia alla loro diffusione e armonizzazione, affinché possano diventare patrimonio comune di tutta la rete.
Fondazione ha operato su più ambiti. In primo luogo, in stretta collaborazione con il Policlinico Gemelli, ha partecipato all’implementazione della rete informatica che permette di utilizzare le più avanzate tecnologie di calcolo per identificare nuovi marcatori di malattia, in totale sicurezza e con dati provenienti da più centri a livello nazionale. Questa infrastruttura consentirà di sfruttare strumenti di intelligenza artificiale e machine learning per migliorare la capacità diagnostica e rendere più affidabili i percorsi clinici.
Alcuni dei rappresentanti degli spoke coinvolti durante uno degli annual meeting del progetto
Un altro risultato importante è stato l’aggiornamento delle infrastrutture informatiche e diagnostiche della Fondazione, ora pienamente allineate agli standard di ultima generazione richiesti da un progetto di respiro internazionale. Parallelamente, ricercatori e personale tecnico hanno seguito percorsi di formazione mirati per acquisire un linguaggio comune e condiviso con gli altri partner, basato sul modello OMOP, considerato standard di riferimento a livello mondiale. Parlare la stessa lingua, in questo contesto, significa facilitare l’interoperabilità dei dati e accelerare la collaborazione.
Inoltre, la Fondazione è attivamente impegnata nella condivisione di procedure diagnostiche innovative di particolare interesse in contesti riabilitativi: il materiale elaborato dai propri ricercatori sarà messo a disposizione dell’intera rete tramite il portale ufficiale di “Innova”, consentendo così a tutti i centri di accedere a soluzioni aggiornate e validate.
L’aspetto più rilevante è che tutto questo lavoro non resta confinato nei laboratori o nei centri di ricerca, ma si traduce in benefici concreti per i pazienti e le loro famiglie. La creazione di percorsi diagnostici avanzati e uniformi significa poter contare su diagnosi più precoci, più accurate e personalizzate, riducendo il rischio di errori e accorciando i tempi di attesa.
Per i pazienti affetti da patologie complesse – neurologiche, cardiovascolari o oncologiche – ciò si tradurrà in una presa in carico più rapida ed efficace, con la possibilità di impostare trattamenti mirati fin dalle prime fasi della malattia. Anche le famiglie potranno trarre vantaggio da una maggiore chiarezza dei percorsi clinici e dalla possibilità di accedere a strumenti diagnostici condivisi, indipendentemente dal centro sanitario di riferimento.
«Innova rappresenta una straordinaria occasione di crescita per il nostro personale e per i pazienti che assistiamo ogni giorno – spiegano la dott.ssa Francesca Baglio, referente del progetto e la dott.ssa Monia Cabinio, ricercatrice senior direttamente coinvolta in “Innova” per la Fondazione Don Gnocchi -. Essere parte di una rete così ampia e avanzata ci permette non solo di aggiornare le nostre competenze e le nostre tecnologie, ma soprattutto di offrire diagnosi sempre più tempestive e affidabili. In prospettiva, significa ridurre le disuguaglianze nell’accesso a cure innovative e rendere la medicina di precisione una realtà concreta anche nel nostro Paese».
Con una durata prevista di 8 anni (di cui i primi quattro già finanziati dal ministero della Salute), il progetto si configura come un vero investimento sul futuro della sanità italiana. La partecipazione della Fondazione Don Gnocchi non è solo un riconoscimento della sua competenza in ambito clinico e di ricerca, ma anche un impegno concreto per costruire insieme ad altri attori un modello di medicina più equo, accessibile e orientato alla persona.
La sfida è ambiziosa: trasformare l’innovazione in valore reale per chi ne ha più bisogno.
Grazie a “Innova”, la Fondazione conferma la sua vocazione a stare accanto alle persone fragili o con bisogni di salute, non solo attraverso l’assistenza quotidiana, ma anche contribuendo allo sviluppo di nuove soluzioni che possano migliorare la qualità di vita di tanti pazienti e delle loro famiglie.
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