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Sono 59 i giovani da oggi in servizio civile nei Centri della Fondazione Don Gnocchi, accanto a persone con disabilità e anziani. A loro si aggiungono i 4 operatori che svolgeranno servizio all’estero dalla fine del mese di giugno, nei progetti avviati in Bolivia, portando quindi il totale dei volontari a 63 persone, come mai registrato in precedenza dalla Fondazione. Complessivamente, si tratta di 49 ragazze e 14 ragazzi, con un’età media di 23 anni.
Nelle foto, momenti di saluto ai ragazzi che hanno concluso il servizio civile nei Centri
Il via ufficiale ai progetti è avvenuto il 25 maggio, con un momento di apertura e di benvenuto guidato da Monica Malchiodi, responsabile del Volontariato e Servizio civile della Fondazione, a cui seguiranno a fine maggio alcune giornate di formazione in presenza, che si svolgeranno presso l’Istituto Salesiano di Firenze. Un saluto è arrivato anche dal presidente della Fondazione Don Gnocchi, don Vincenzo Barbante.
«L’esperienza che iniziate oggi – ha detto il presidente – è certamente mossa da un desiderio di gratuità e solidarietà, valori che sanno placare quella sete di verità e giustizia che tutti portiamo dentro. Invito ciascuno di voi a considerare la propria vita come un viaggio che va vissuto, da protagonista. Ecco perché occorre avere il coraggio di partire, anche con questa esperienza di servizio civile. Occorre metterci il cuore nelle cose che si fanno, perché riteniamo che ne valga la pena, perché la mia e la nostra vita sono preziose e se non abbiamo il coraggio di metterci in gioco e offrire quello che abbiamo in tutta libertà, non viviamo. Noi “…siamo fiori che danno in libertà”. La fragilità delle persone che incontrerete d’ora in poi offre tante opportunità, di abbracci, sorrisi, stare insieme… La fragilità non è un problema, è la condizione di tutti. Se vissuta bene, è un’opportunità. Vi invito a essere artefici del cambiamento: il mondo cambia e non possiamo essere semplici spettatori. Il cambiamento parte dalle piccole cose, dalla scelta che facciamo, dall'affrontare il viaggio, mettendosi in gioco gestendo la propria fragilità e andando incontro a quella degli altri. Il cambiamento è possibile e dipende da noi. Benvenuti e grazie! Sono certo che sarà per tutti un anno straordinario di crescita e di bene».
I progetti della Fondazione Don Gnocchi approvati e finanziati per il 2023 dal Dipartimento per le politiche giovanili e il Servizio Civile Nazionale, in Italia e all’estero, hanno tutti l’obiettivo di migliorare la qualità della vita di ospiti e pazienti seguiti in strutture per anziani, disabili e riabilitative. Nello specifico, i progetti per il servizio civile si articoleranno nei Centri della Fondazione Don Gnocchi presenti in Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna, Liguria, Toscana, Marche, Lazio, Campania e Basilicata.
«L’esperienza che stiamo avviando oggi - è il saluto di Monica Malchiodi - rappresenta il frutto di una scelta importante: dedicare un anno della vostra vita agli altri, mettendolo al servizio delle persone più fragili. Il percorso fatto da chi vi ha preceduto negli anni scorsi evidenzia che per loro è stato effettivamente così, ma soprattutto mette in luce anche il decisivo aspetto di una crescita dal punto di vista umano e di maturazione a livello di valori. Ci auguriamo che anche per voi possa essere lo stesso. Vogliamo che l’esperienza che oggi iniziate nelle nostre strutture possa davvero rivelarsi un momento formativo di partecipazione e coinvolgimento, nel quale voi possiate essere autentici protagonisti del bene».
La responsabile ha poi rivolto un pensiero e un ringraziamento a quanti hanno concluso l’anno di servizio civile in Fondazione: «Speriamo che questa esperienza possa avervi fatto meglio comprendere voi e le vostre potenzialità, i vostri talenti e gli ambiti in cui occorre migliorarsi. Vi abbiamo accompagnato con gioia cercando di sostenervi e farvi sentire tutta la nostra vicinanza. Speriamo di esserci riusciti! Ci avete sorpreso con le vostre riflessioni, i vostri stimoli e il vostro irrefrenabile dinamismo che, in non poche occasioni, è stato motore di nuove energie. Auguro a tutti voi il meglio e auguro a noi di potervi sentire vicini anche nel prossimo futuro, magari con aggiornamenti sui percorsi da voi intrapresi e su come continuerà il vostro viaggio».
E proprio una ventata di entusiasmo è venuta dai ragazzi che negli anni scorsi sono stati accolti in Fondazione e dai quasi cinquanta che nelle scorse settimane hanno completato il proprio servizio:
«Ringrazio di cuore la Fondazione e tutto il personale del settore volontariato e servizio civile per tutte le occasioni che mi sono state offerte quest’anno - ha scritto una ragazza -. Anche se ero da sola in struttura, la vicinanza di chi ci doveva seguire si è sentita fortemente. Anche io all’inizio ero titubante nel fare la scelta del servizio civile, ma alla fine mi accorgo che __questa esperienza ha completamente svoltato la mia strada, soprattutto nel percorso di studi, che spero di poter iniziare e concludere nel migliore dei modi».
Soddisfazione si è registrata anche nelle parole di Maria Pia, che ha appena concluso il suo anno di servizio al __Centro Don Gnocchi di Salerno: «Adesso che è ormai tutto finito, posso finalmente confessarvi che inizialmente io non volevo fare il servizio civile e soprattutto non qui, perché avevo paura e perché non mi sentivo capace e pronta ad interagire con persone con disabilità. Con il senno di poi, chiaramente mi sono ricreduta e voglio anzi ringraziarvi per questa splendida opportunità che mi avete donato, che mi ha dato modo di conoscere in primis dei colleghi meravigliosi, ma soprattutto mi ha spalancato le porte di un mondo nuovo che non conoscevo e che mi ha appassionata tanto, regalandomi gioia, emozioni, nuove abilità, maggior fiducia in me stessa e nelle mie capacità. E soprattutto mi ha fatto ritrovare una strada che per un po’ di tempo avevo smarrito. Grazie a voi ho finalmente capito che il mio posto nel mondo è accanto a chi ha bisogno: motivo per cui, al termine di questa esperienza, ho deciso di riprendere gli studi e laurearmi in infermieristica. Grazie davvero per questo anno meraviglioso!».
«Sono davvero entusiasta di aver intrapreso questo viaggio durato un anno – le ha fatto eco un’altra giovane -. Dodici mesi in cui ho potuto mettermi in gioco al servizio di persone fragili e bisognose di un sorriso. Sono super felice di averlo condiviso con tutti voi, fin dai primi giorni trascorsi insieme nel 2022 a Firenze. Questo viaggio sicuramente non finirà, ma riserverà altre tappe e nuove sorprese. Grazie a tutti!».
E infine la testimonianza di Angelica, una giovane volontaria all’estero, in Bolivia, che si appresta a concludere il proprio impegno nelle prossime settimane: «È difficile esprimere in modo compiuto i miei sentimenti – ha sottolineato -. Qui a Cochabamba, la città dove opera la Fondazione Don Gnocchi, è stato un periodo davvero intenso, un turbinio di emozioni così forti che in realtà sembrano passati anni da quando sono partita. Sono davvero piena di gratitudine per questa esperienza straordinaria che sto vivendo ed è per questo che la consiglierei a tutti. Partecipare al servizio civile è stata per me la scelta giusta al momento giusto. È un’esperienza che consiglio davvero a tutti».
Significative anche le testimonianze di alcuni genitori: «Grazie per aver accompagnato mia figlia nella sua crescita - ha scritto una mamma -. Sono super soddisfatta perché lei, timida e riservata, è diventata socievole, più attenta ai problemi altrui ed ha espresso una gran voglia di indipendenza. Ha accompagnato con affetto i pazienti nel loro cammino mettendoci il cuore ed affezionandosi...».
«Abbiamo visto nostra figlia crescere - sono invece le parole di Lidia e Marcello - e imparare a relazionarsi meglio e a mettersi in gioco ogni giorno per portare avanti il suo progetto di vita. Sappiamo già che non sarà semplice trovare un ambiente di lavoro altrettanto accogliente e disponibile come lo è stata la Fondazione Don Gnocchi. Ci piace pensare che il legame che ha instaurato con voi non si esaurisca nel tempo e che sicuramente resteremo in contatto».
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