Toccante iniziativa a Milano in memoria dell’amico... (Leggi tutto)
Un segnale di grande attenzione verso il mondo del non profit e verso milioni di cittadini: nella bozza della legge di bilancio 2026 è stato inserito l’innalzamento del tetto del 5 per mille da 525 a 610 milioni di euro. Si tratta del primo aumento dal 2013 e di una risposta significativa che restituisce fiducia al Terzo Settore.
L’intervento recepisce una delle principali richieste avanzate dalla campagna “5 per mille, ma per davvero”, promossa dal magazine Vita insieme a 67 tra le maggiori organizzazioni del Terzo settore, tra cui la Fondazione Don Gnocchi. L'obiettivo della mobilitazione è garantire che le risorse effettivamente donate dai contribuenti arrivino interamente agli enti beneficiari, rimuovendo il limite in via definitiva.
L’annuncio è giunto poche ora prima dell’incontro pubblico “5 per mille, ma per davvero – Per il superamento del tetto”, svoltosi ieri, lunedì 20 ottobre, a Roma, nella Sala dell’Istituto Santa Maria in Aquiro di Palazzo Madama. L’evento, promosso dal senatore Raoul Russo (nella foto sotto), ha riunito rappresentanti delle istituzioni e delle organizzazioni non profit.
Il senatore Russo (FdI), membro della Commissione Bilancio, ha definito l’individuazione delle risorse per aumentare il plafond «una grande notizia che restituisce fiducia al Terzo Settore». Ha poi ribadito la necessità di continuare l’impegno affinché «risorse adeguate siano essenziali per garantire la libertà di scelta dei cittadini, la sussidiarietà e il sostegno al volontariato e alle attività sociali, vere risorse del Paese».
All’incontro hanno partecipato esponenti di Governo e Parlamento, tra cui il viceministro del Lavoro Maria Teresa Bellucci, il sottosegretario all’Economia Lucia Albano e il presidente della Commissione Affari sociali del Senato Francesco Zaffini, insieme a rappresentanti del Terzo Settore come Vanessa Pallucchi (Forum Terzo Settore) e Chiara Tommasini (CSVnet).
Il dibattito ha rappresentato un’occasione di confronto sulla necessità di rendere pienamente efficace il 5 per mille, strumento di democrazia fiscale e sussidiarietà.
Stefano Arduini, direttore di Vita e portavoce della campagna, ha commentato: «L’innalzamento del tetto al 5 per mille nella bozza della legge di bilancio è un iniziale segno di rispetto per la volontà di milioni di cittadini e riconoscimento del ruolo svolto dal Terzo settore nella società». Ha però precisato che, sebbene sia un importante risultato, ottenuto grazie alla mobilitazione congiunta di tante realtà, l'obiettivo finale è l’eliminazione definitiva del tetto «come nella logica della sussidiarietà fiscale».
«L’innalzamento del tetto del 5 per mille è una risposta significativa all’appello lanciato dalle organizzazioni del Terzo settore – ha aggiunto Giuseppe Ambrosio, presidente di Vita e co-portavoce dell’iniziativa -. Auspichiamo che questo sia solo il primo passo verso l’eliminazione definitiva del tetto. La campagna continuerà a monitorare che quanto previsto in bozza diventi legge dello Stato».
Anche per la Fondazione Don Gnocchi, che può contare sulla fiducia di decine di migliaia di contribuenti, si tratta di un segnale incoraggiante. Le risorse del 5 per mille sono un sostegno fondamentale ai servizi di cura, riabilitazione, ricerca e inclusione a favore delle persone più fragili.
Simona Iallonardo, responsabile del servizio Fundraising della Fondazione Don Gnocchi, ha ribadito l'importanza di questo strumento: «Ogni firma è una storia di cura che continua. Ma sapere che una parte di quelle risorse non arriva mai a destinazione è frustrante, perché significa dover rinunciare a progetti, innovazione e servizi per le persone fragili. Eliminare il tetto non è un favore al Terzo Settore: è un atto di giustizia verso i cittadini e verso chi si affida a noi».
L'esperienza degli anni passati dimostra la criticità del limite: lo scorso anno (2024), 18 milioni di cittadini hanno destinato al Terzo settore 603,9 milioni di euro, ma il tetto fissato a 525 milioni ha impedito che l'intera somma arrivasse a destinazione. A causa del limite, il finanziamento è stato tagliato di 79 milioni di euro, trasformando di fatto il 5 per mille in un 4,3 per mille. Senza la garanzia che il finanziamento sia rispettato, infatti, anche la capacità operativa della Fondazione è indebolita e i progetti per le persone più fragili rischiano di subire limiti.
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