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«Siamo qui per celebrare un anno che, per molti di voi, è volato via in un soffio. Un anno cominciato forse con qualche incertezza, un po' di timore, ma che oggi si conclude con un gruppo di giovani che si guarda indietro con consapevolezza, maturità e soddisfazione»: con queste parole Monica Malchiodi, responsabile del Volontariato e Servizio civile in Fondazione, ha salutato i ragazzi e le ragazze che hanno concluso la propria esperienza nei Centri “Don Gnocchi” e nelle strutture degli enti partner del programma “Fai la differenza” (Fondazione Sacra Famiglia, Lega del Filo d’oro, Fatebenefratelli, Associazione La-Fra e Fondazione Villa Mirabello, Don Orione, Acli nazionale, Caritas Italiana, Anci Lombardia e CSV Insubria) approvato e finanziato dal Dipartimento per le Politiche giovanili e il Servizio Civile Universale nell’ambito del bando 2023-2024.
L’incontro, svoltosi on line a pochi giorni dalla conclusione ufficiale del programma, prevista oggi, martedì 27 maggio, ha coinvolto circa duecento giovani da quasi tutte le regioni italiane, offrendo un'occasione significativa per riflettere insieme su un anno di impegno, crescita personale e servizio alle diverse comunità.
«Un impegno - come ha evidenziato ancora Malchiodi – che rappresenta un atto di coraggio, un gesto di responsabilità, una risposta concreta al bisogno di senso, giustizia e bene comune in un momento storico che spesso ci disorienta».
L'esperienza vissuta dai giovani volontari trova espressione nelle loro stesse parole. Come racconta Gaia (nella foto sopra), che ha prestato servizio presso il Centro Ronzoni Villa-Don Gnocchi di Seregno: «Durante quest'anno di servizio civile ho avuto la fortuna di conoscere tanti ospiti della struttura che mi ha accolta. Ognuno di loro porta con sé una storia unica, anche se spesso intrecciata a esperienze comuni: la guerra vissuta da bambini nelle città, la fame, la scarsità di risorse».
Gaia descrive la ricchezza dell'incontro intergenerazionale: «Oggi quegli stessi bambini vivono nei volti degli anziani della struttura: corpi fragili e stanchi, sì, ma con occhi che si illuminano mentre condividono i loro ricordi. La memoria e la conoscenza sono una vera ricchezza, e io li ringrazio per avermi reso partecipe del loro mondo».
L'esperienza si è arricchita attraverso le numerose attività proposte dalla struttura - arteterapia, musicoterapia, danzaterapia, yoga della risata, laboratori di cucina e artistici - ma anche attraverso momenti più intimi: «Ho visto quanto valore possa avere la lettura: scoprire nuove storie, perdersi in un articolo di giornale o in un capitolo di un libro. E spesso, da una storia letta, nascono racconti personali, memorie familiari, testimonianze che si intrecciano con il presente».
All'incontro di chiusura ha partecipato anche Laura Massoli, direttrice dell'Ufficio per il Servizio Civile Universale presso il Dipartimento per le Politiche Giovanili e il Servizio Civile Universale della presidenza del Consiglio dei Ministri. Massoli ha offerto uno sguardo d'insieme sul mondo del servizio civile, sottolineando l'importanza delle politiche giovanili e il valore delle esperienze vissute dai volontari, rafforzando il senso di appartenenza all'interno di un sistema che da anni sostiene e innova il servizio civile.
Salvatore Rossano, vicepresidente del CESC Project, membro della CNESC e fondatore del magazine "Appunti di Pace", ha invece offerto una profonda riflessione dal titolo "Il volontariato come scelta di bene comune", condividendo la sua lunga esperienza nel campo del servizio civile e della formazione dei giovani. Il suo intervento ha invitato i partecipanti a guardare al futuro, esplorando le possibilità che si aprono dopo questa esperienza, ribadendo la nonviolenza come stile di vita e fondamento per un impegno sociale autentico.
Nel suo messaggio conclusivo, Monica Malchiodi ha rivolto ai giovani volontari un augurio che sintetizza il valore dell'esperienza vissuta: «Cercate di essere persone che non fanno rumore, ma che cambiano le cose. Persone che non hanno bisogno dei riflettori, perché sanno accendere luci nei percorsi degli altri. Continuate a essere presenza silenziosa ma significativa, testimonianza concreta di ciò che significa esserci, davvero, nel mondo e per il mondo. Il Servizio Civile finisce, ma quello che siete diventati, e che sceglierete di essere, è solo l'inizio».
Concluso quest’anno di servizio, la Fondazione Don Gnocchi si prepara ad accogliere in questi giorni i nuovi giovani volontari. Dopo il bando e le selezioni concluse, stanno infatti per iniziare in questi giorni i nuovi progetti di servizio civile.
Anche per il 2025 la Fondazione Don Gnocchi ha presentato una serie di nuovi progetti in veste di capofila e in un quadro di partnership con Fondazione Sacra Famiglia, Lega del Filo d’oro, Fatebenefratelli, Associazione La–Fraternità, Gruppo L’Impronta, Endo-FAP (Don Orione), Acli APS (Associazione Cristiani Lavoratori Italiani), Caritas Italiana, Anci Lombardia (Associazione Nazionale dei Comuni Italiani) e CSV Centro di Servizio per il Volontariato Insubria e Federazione Focsiv, in particolare con COE Associazione Centro orientamento Educativo e Ovci La Nostra Famiglia.
Quattro i progetti della "Don Gnocchi". Erano state complessivamente 109 le domande pervenute per i quattro progetti di servizio civile proposti dalla Fondazione Don Gnocchi: “Passo dopo passo”, “Con un sorriso”, “Diritti al futuro: cittadinanza, solidarietà e partecipazione giovanile” e “Caschi bianchi per l’inclusione di persone con disabilità-Bolivia”, per un totale di 104 posti disponibili.
Al termine dei colloqui conoscitivi sono risultati idonei e selezionati 67 candidati complessivi, così suddivisi: 63 volontari per Italia: 45 donne e 18 uomini, con un’età media di 23 anni e 4 volontari per il progetto in Bolivia: tutte donne, con un’età media di 26 anni.
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