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Utilizzare impulsi elettrici per “riaccendere” le aree nel cervello e nel midollo spinale di persone con esiti di ictus: è la sfida al centro del convegno “Neuroprotesi impiantabili e recupero post-ictus: ricerca, clinica e voce dei pazienti”, che ha visto la partecipazione di oltre 100 tra clinici, ricercatori e cittadini presso l’Aula Magna del Policlinico Careggi.
L’iniziativa, promossa dalla SIMFER – Società Italiana di Medicina Fisica e Riabilitativa, è stata coordinata dalla Professoressa Francesca Cecchi (Dipartimento di Medicina Sperimentale e Clinica Università di Firenze e IRCCS Don Gnocchi di Firenze) e dalla segretaria SIMFER Toscana. L’evento ha avuto il patrocinio della Fondazione Don Carlo Gnocchi, dell’Università di Firenze e dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Careggi: l’attiva partecipazione di esperti e ricercatori delle istituzioni coinvolte ha sancito la loro sinergia nel promuovere con SIMFER una medicina riabilitativa sempre più integrata, avanzata e centrata sulla persona. La collaborazione clinica e scientifica tra queste istituzioni mira infatti a integrare l’innovazione tecnologica nella pratica riabilitativa quotidiana. Un approccio concreto, che punta a tradurre la ricerca in terapie accessibili per tutti.
All’evento hanno partecipato numerosi clinici e ricercatori della Fondazione Don Gnocchi e del PROMISE@Lab (laboratorio congiunto tra Fondazione Don Gnocchi e Università di Firenze). Tra gli studenti dell'Università di Firenze era presente al completo la Scuola di Specializzazioni in Medicina Fisica e Riabilitativa, diretta da Francesca Cecchi e con sede presso l’IRCCS Fondazione don Carlo Gnocchi di Firenze.
Momento clou dell’incontro, le lectio magistralis dei neuroscienziati Marco Capogrosso ed Elvira Pirondini dell’Università di Pittsburgh, che hanno illustrato due sperimentazioni d’avanguardia: la stimolazione del midollo spinale per il recupero motorio degli arti superiori e la stimolazione cerebrale profonda per la riabilitazione della parola e della deglutizione.
Nel pomeriggio è stata avviata la tavola rotonda multidisciplinare “Come integrare le neuroprotesi nella pratica clinica: prospettive a confronto”, moderata da Bruna Lombardi, con la partecipazione di esperti di SIMFER Toscana come: Maria Pia Amato, Carmelo Chisari, Giulio Del Popolo, Antonello Grippo, Claudio Macchi, Patrizia Nencini, Matteo Paci, Pasquale Palumbo, Federico Posteraro. La tavola rotonda si è chiusa con l'intervento di Sandro Sorbi, neurologo Direttore Scientifico dell'IRCCS-Don Gnocchi di Firenze, sul valore etico dell’innovazione nella cura.
Il convegno ha anche ospitato la toccante testimonianza di Raffaele Guadagno, presidente di ALICe (Associazione per la Lotta all’Ictus Cerebrale) Biella e unico italiano finora ammesso alla sperimentazione americana: colpito da ictus nove anni fa, volerà a settembre a Pittsburgh per un nuovo ciclo di trattamento con neuroprotesi impiantabili. La sua autobiografia “Tempo, col mio amante stronzo” è candidata al Premio Strega Saggistica 2025. La sessione del convegno dedicata a “La voce delle persone con esiti di ictus”, introdotta proprio da Guadagno, ha dato spazio agli interventi delle associazioni ALICe, ASS.C.A (Associazione Cerebrolesioni Acquisite) e ATRACTO (Associazione Traumi Cranici Toscani), ribadendo l’importanza dell’ascolto e della centralità del paziente nei percorsi di ricerca e riabilitazione.
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