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Una sala gremita di operatori sanitari, educatori, terapisti e rappresentanti di organizzazioni internazionali, tra cui la World Autism Organisation, ha accolto con vivo interesse la relazione della dottoressa Silvia Annunziata, neuropsicologa dell’età evolutiva della Fondazione Don Gnocchi (nella foto sotto), intervenuta alla recente Conferenza Internazionale Balcanica sull’Autismo, svoltasi per la prima volta a Mostar, in Bosnia Erzegovina. Il titolo del suo intervento – “Segni precoci dell’autismo e interventi preventivi: uno sguardo sul primo anno di vita” – racchiude il cuore della missione che la Fondazione porta avanti: offrire alle persone fragili strumenti efficaci, in contesti che ne amplificano la vulnerabilità.
L’invito alla conferenza, decima edizione dell’evento ma la prima organizzata nella città di Mostar, è giunto grazie alla collaborazione ormai consolidata con il Centro “Marija Naša Nada” di Široki Brijeg, realizzato dalla Fondazione Don Gnocchi grazie anche a cofinanziamenti di enti pubblici ed inaugurato nel settembre del 2004. Gestito da una partnership composta dai Comuni limitrofi e da associazioni locali e italiane, oggi il Centro rappresenta un punto di riferimento per il territorio circostante. Negli anni la Fondazione ha investito significative risorse per il consolidamento delle competenze professionali dello staff locale, in particolare nel campo della riabilitazione. Nel maggio 2018, grazie al supporto di Fondazione è stato in particolate inaugurato un nuovo reparto del Centro dedicato proprio ai disturbi dello spettro autistico.
«La mia presentazione si è concentrata sull’individuazione precoce dei segni di rischio per i Disturbi dello Spettro Autistico – spiega la dottoressa Annunziata – un tema cruciale, specie in contesti come quello balcanico, dove la diagnosi arriva ancora troppo tardi anche a causa dello stigma sociale. Sensibilizzare operatori e famiglie è una priorità».
L'intervento della specialista ha suscitato grande interesse tra i circa 240 partecipanti all’evento, molti dei quali hanno espresso il desiderio di avviare nuove collaborazioni. Un segnale chiaro di quanto la presenza della Fondazione Don Gnocchi sia apprezzata anche fuori dai confini nazionali.
«La collaborazione internazionale – aggiunge Annunziata – è un’occasione di crescita reciproca. Con il Centro “Marija Naša Nada” stiamo costruendo percorsi che tengano conto delle peculiarità del territorio, della cultura e delle risorse locali. È fondamentale che il nostro know-how si innesti nella realtà che incontriamo, senza sovrapporsi».
Durante la conferenza non sono mancati i momenti di confronto umano, come racconta la dottoressa: «Ho molto apprezzato gli scambi con i docenti locali. Le loro esperienze concrete sono state fonte di arricchimento reciproco. È questo lo spirito della cooperazione: ascolto, rispetto e costruzione condivisa».
Il cammino intrapreso in Bosnia-Erzegovina dalla Fondazione Don Gnocchi è un esempio concreto di solidarietà che si traduce in azioni efficaci.
«Le esigenze formative più sentite nei Balcani – conclude Annunziata – riguardano l’intervento precoce, la strutturazione degli spazi e le strategie di comunicazione. La Fondazione può offrire un contributo importante, ma sempre in dialogo con i bisogni espressi dai territori».
Un dialogo che continua e si rafforza, nella convinzione che prendersi cura delle fragilità, ovunque si manifestino, sia una responsabilità condivisa e una strada verso una società più inclusiva.
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