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Siamo cresciuti nella capacità di ascoltare e di metterci a fianco delle persone più fragili, donando loro tempo, entusiasmo e sorrisi.
Abbiamo capito che star bene con gli altri e far stare bene gli altri ci regala soddisfazioni e ci rende felici.
Siamo stati un vero e proprio ponte tra gli ospiti del Centro e gli operatori in servizio, che ci hanno sempre considerati una risorsa importante e ci hanno insegnato l’importanza anche delle piccole cose nello straordinario rapporto che abbiamo instaurato con persone con bisogni speciali.
Sono alcune delle testimonianze dei 12 ragazzi che hanno concluso nei giorni scorsi l’anno di servizio civile nei due progetti in ambito assistenziale riconosciuti dal Dipartimento per le politiche giovanili e il Servizio civile universale in cinque strutture della Fondazione Don Gnocchi di Lombardia (Irccs “S. Maria Nascente”, Centro “Vismara” e Istituto “Palazzolo” di Milano e Centro “Ronzoni Villa” di Seregno), e Marche (Centro “Bignamini” di Falconara Marittima).
«Condividendo un anno della mia vita con ragazzi con disabilità – sono parole di Federica – ho pian piano imparato ad ascoltarli, cercando i loro sguardi pieni di parole. Ho imparato a crescere come persona, ad essere più paziente e ad abbracciare con cuore aperto qualsiasi loro manifestazione d’amore. Perché quello di cui non ci rendiamo conto, è che si tratta di persone in grado di amare…».
«Questi mesi a fianco di persone anziane – ha aggiunto Emanuela – mi ha fatto capire che ogni attimo, ogni momento è quello giusto per un racconto, un abbraccio, un sorriso, per accogliere lacrime e condividere emozioni. Il servizio civile mi ha insegnato ad essere promotrice di valori davvero significativi e mi ha sensibilizzato alla fragilità, alla responsabilità, facendomi capire che l’attenzione è la forma più grande di rispetto».
Nell’incontro di fine servizio, i ragazzi sono stati stimolati dagli operatori del Servizio Volontariato e Servizio Civile della Fondazione – guidati dal responsabile Lino Lacagnina (nella foto sopra, durante il momento di festa nel giorno del saluto) – ad esprimere con una canzone l’esperienza vissuta e a lasciare suggerimenti e consigli a quanti prenderanno il loro posto nei progetti approvati per il 2020.
«Ciascuno di voi – è stato il caloroso saluto del direttore generale della Fondazione, Francesco Converti – ha portato alla “Don Gnocchi” un bagaglio prezioso di freschezza e spontaneità, che ci aiuta e ci stimola a fare sempre di più e sempre meglio per le persone che si affidano a nostri Centri».
«La vostra testimonianza è straordinaria – ha continuato il direttore delle Risorse Umane, Enrico Mambretti – perché interpreta perfettamente il senso e il valore della gratuità e del donarsi agli altri senza alcun tornaconto. Vi ringrazio di questo percorso insieme».
Il presidente, don Vincenzo Barbante (qui sopra, con i ragazzi e gli operatori del Servizio Volontariato e Servizio Civile della Fondazione), ha invitato i ragazzi a portare sempre dentro di sé l’esempio del beato don Gnocchi e l’anima della Fondazione: «Ci siamo resi disponibili a prenderci cura di voi – ha aggiunto – per accompagnarvi e fare in modo che anche voi possiate far parte di questo meraviglioso progetto. In una società dove la fragilità è messa ai margini, sappiate sempre esaltare la ricchezza che disabili e anziani sanno esprimere. Il mio augurio è che possiate liberarvi dalle cose futili che appesantiscono la vita, affrontando il vostro futuro forti dei valori che danno senso al nostro vivere accanto agli altri. Con questo stile abbiate ora il coraggio di prendere il largo, di fare le scelte giuste e di credere che un mondo più giusto e solidale è possibile».
Venti ragazzi (qui l'elenco dei candidati idonei) sono ora pronti ad iniziare il nuovo anno di servizio civile nell’ambito del progetto “Da vicino nessuno è normale” (leggi qui la sintesi del progetto) che si articolerà in alcuni Centri “Don Gnocchi” di Lombardia, Marche e – novità del 2020 – anche di Roma. Le attività avranno inizio il 15 gennaio, con un impegno complessivo di 1.145 ore, comprensive anche delle attività formative, e un compenso di 439,50 euro mensili.
Gli obiettivi principali del progetto sono di incrementare il livello di inclusione nei servizi per persone con disabilità, sia diurne che residenziali, coinvolgendo il territorio in iniziative e attività di carattere educativo, sportivo, culturale e ricreativo e di migliorare la risposta ai bisogni delle persone con disabilità, ampliando e sostenendo le attività dei laboratori e delle iniziative promosse dalle équipe di lavoro, puntando alla promozione delle autonomie e all'innalzamento della qualità della vita degli utenti e dei loro familiari.
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