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Approfondire, condividere e migliorare tra i diversi Centri della Fondazione Don Gnocchi il progetto di presa in carico multidisciplinare del paziente con spasticità e disordini del movimento e i percorsi di cura e trattamento con tossina botulinica, per migliorare la qualità di vita dei pazienti stessi e facilitare i percorsi di reintegrazione familiare e sociale. Questi gli obiettivi del convegno promosso al Centro IRCCS “Don Gnocchi” di Milano, sotto la direzione scientifica della dottoressa Anna Castagna, neurologa e fisiatra, coordinatrice della Rete Tossina Botulinica di Fondazione.
«I pazienti affetti da disturbi del movimento, tra cui la spasticità – spiega la dottoressa Castagna - presentano sintomi e segni neurologici complessi, tra cui spasmi muscolari spesso associati a dolore, che hanno impatto negativo sulla loro vita quotidiana e le relazioni sociali. La diagnosi, che viene a volte formulata con difficoltà e ritardi, segna una svolta fondamentale nella loro vita e apre uno scenario di cura che deve essere il più possibile progettato e realizzato a seconda delle caratteristiche cliniche del singolo paziente».
La spasticità è un disturbo complesso dell’attività motoria, provocato da una serie di complesse modificazioni patologiche che avvengono nel sistema nervoso centrale. L’ictus ne è la causa più frequente, che si evidenzia di solito entro sei mesi dall’evento acuto in circa un terzo dei pazienti, in particolare in coloro che hanno subito importante lesione cerebrale sia di natura ischemico- emorragica che traumatica.
La spasticità si manifesta anche in pazienti che hanno subito lesioni midollari o sono affetti da malattie infiammatorie, come la sclerosi multipla, o nel contesto di sindromi parkinsoniane complesse. Alcuni quadri caratteristici di grave spasticità possono manifestarsi anche nei bambini che hanno sofferto per anossia o ipossia perinatale.
Nelle foto, momenti dei lavori del convegno promosso all'IRCCS "Don Gnocchi" di Milano
Il percorso di cura e riabilitazione deve essere gestito da un team multidisciplinare come quello presente da più di dieci anni all’IRCCS “Don Gnocchi” di Milano, che comprende neurologi, fisiatri, infermieri e specialisti della riabilitazione (fisioterapisti, logopedisti, terapisti occupazionali, neurofisiologi, psicoterapeuti).
Il Centro Disordini del Movimento SAFLo (Servizio Analisi Funzione Locomotoria), oltre alla cura con tossina botulinica e l’impostazione dei progetti riabilitativi specifici, offre anche la possibilità di eseguire analisi del cammino mediante sistemi di elevata tecnologia in associazione allo studio elettromiografico dinamico, utili per la migliore definizione degli obiettivi terapeutici di ogni paziente.
La tossina botulinica viene somministrata con la collaborazione di personale infermieristico da medici esperti che la inoculano a livello muscolare con una guida ecografica e o elettromiografica per una corretta individuazione dei muscoli decisi durante la valutazione clinica o strumentale in base alla definizione di obiettivi condivisi con il paziente e il caregiver.
Il team "Don Gnocchi" (da sinistra): Matteo Colecchia, specializzando in fisiatria; Marina Ramella, fisiatra; Anna Castagna, neurologa e fisiatra; Luca De Iaco, fisiatra; Franca Mazzali, infermiera e Federico Previtera, fisiatra
La presa in carico riabilitativa della persona affetta da spasticità può avvenire, a seconda della complessità neurologica e del grado di disabilità, in regime di ricovero, Day Hospital, Macroattività Ambulatoriale Complessa (MAC), ambulatoriale o domiciliare.
Dopo il trattamento con tossina botulinica occorre tempestivamente iniziare un programma di riabilitazione intensiva di allungamento muscolare dei muscoli infiltrati in associazione al rinforzo della muscolatura antagonista (a volte con neurostimolazione funzionale) in modo da sfruttare la “finestra terapeutica” della tossina botulinica che è di alcuni mesi. Spesso è utile prescrivere nel periodo post inoculo tutori che facilitino il mantenimento di postura in allungamento dei muscoli trattati. Inoltre si utilizzano tecniche di riapprendimento motorio con feedback e robotica sia per l’arto inferiore per l’assistenza al cammino, che per l’arto superiore per favorire il recupero dei gesti della vita quotidiana o migliorare la postura in casi più gravi.
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