Il presidente della Fondazione ha presieduto al santuario... (Leggi tutto)
Grazie alla collaborazione di imprese, volontari e ragazzi del Servizio Civile, la Fondazione Don Gnocchi ha quasi completato il restyling del refettorio dei suoi Centri Diurni per Disabili (CDD) presso il Centro "S. Maria Nascente" di Milano, che da oggi può essere vissuto a tutti gli effetti come sala da pranzo accogliente e rigenerata.


Due immagini dei partecipati alla giornata di inaugurazione del rinnovato refettorio dei CDD
Il progetto, intitolato "Ogni anima ha il suo paesaggio", si inserisce nel percorso avviato lo scorso aprile con una prima esperienza di volontariato d’impresa, durante la quale parecchi volontari si sono alternati nel tinteggiare le pareti con pittura antibatterica e a bassa emissione di inquinanti.
Ispirato agli elementi della natura – montagna, fiume, albero, vento, luce dell’alba – il refettorio è diventato uno spazio che parla di cura, accoglienza, umanità e relazione. Colori, immagini e parole hanno ridisegnato l’ambiente e lo restituiranno agli utenti dei CDD come luogo armonico, vitale e significativo.
Alla giornata di inaugurazione hanno partecipato una trentina dipendenti dell’azienda Noloop, una decina di volontari di WAU Milano e alcuni ragazzi del Servizio Civile, insieme ad alcuni responsabili del Centro e della Fondazione: un gruppo eterogeneo, ricco di energie, creatività e sensibilità, che ha dato vita a un’esperienza intensa e autentica di condivisione.
«Avevamo un pretesto – hanno raccontato i partecipanti -: dipingere le colonne di un refettorio. Siamo invece tornati a casa con molto di più: la consapevolezza che la bellezza è anche incontro, ascolto e reciprocità».


Immagini dei partecipanti ai lavori di restyling del salone di Milano
Il progetto è stato reso possibile grazie al lavoro congiunto dei team socio-educativi della Fondazione. Particolarmente toccante la presenza di alcuni genitori degli ospiti dei CDD, che hanno espresso emozione e gratitudine pensando alla sorpresa e alla gioia dei loro figli nel trovare, al rientro, un nuovo spazio in cui pranzare insieme.
«Questa non è una conclusione, ma l’inizio di un percorso di collaborazione – spiega la responsabile del Servizio Volontariato della Fondazione, Monica Malchiodi – un modo concreto per intrecciare valori, persone e territori, generando senso di comunità. Iniziative come questa mostrano quanto la bellezza, quando nasce dalla partecipazione, diventi una forma di cura collettiva capace di lasciare segni duraturi nei luoghi e nelle persone. Grazie a tutti coloro che, con la loro presenza e partecipazione, hanno reso questa giornata ancora più sentita e partecipata. E un grazie particolare ai nostri ragazzi speciali dei CDD, che con entusiasmo hanno partecipato attivamente al progetto, rendendo testimonianza di vita e accogliendo i volontari delle aziende con la loro unica, autentica capacità di far sentire ogni incontro come un dono».
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