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Si è conclusa nelle scorse settimane a Legazpi, nelle Filippine, la terza e conclusiva missione del progetto “Ripartire – La terapia occupazionale per migliorare la qualità della vita”, frutto della collaborazione fra Fondazione Guanelliana di Solidarietà (FoGS) e Fondazione Don Gnocchi. L’iniziativa è nata per rafforzare le competenze degli insegnanti nella presa in carico scolastica dei bambini con disabilità, attraverso l’introduzione di strumenti concreti e strategie inclusive.
Immagini dalle missioni con i terapisti Mariano Nardiello e Roberto Tonelli e la desk officer Sara Dukic
Il terapista occupazionale Roberto Tonelli ha accompagnato quindici insegnanti – già coinvolti nelle fasi precedenti del progetto – in un percorso sul campo che ha previsto osservazioni dirette in classe, sessioni di mentoring individuale e supporto operativo all’applicazione del metodo DIR Floortime e di strumenti per la pianificazione educativa personalizzata.
«È stato un passaggio decisivo dalla formazione alla pratica – spiega il terapista della Fondazione Don Gnocchi –. Abbiamo lavorato insieme per adattare gli ambienti scolastici, migliorare l’interazione docente-alunno e affrontare le sfide comportamentali quotidiane. Gli insegnanti hanno mostrato grande motivazione e progressi concreti nell’applicazione delle strategie apprese».
La missione ha coinvolto due centri scolastici di riferimento: il centro educativo speciale privato Harong Kan Sagrada Familia e il Legazpi City Division SPED Center, scuola pubblica della municipalità. Il progetto ha evidenziato importanti risultati in termini di consapevolezza professionale e qualità educativa, ma anche la necessità di rafforzare l’applicazione sistematica degli strumenti e di coinvolgere maggiormente le famiglie.
«Il nostro obiettivo non è solo trasferire competenze – aggiunge Riccardo Aggujaro, responsabile del Servizio Solidarietà e Relazioni Internazionali "Don Gnocchi" – ma accompagnare un cambiamento culturale duraturo, fondato sull’inclusione e sulla dignità della persona. Lavorare con continuità e in rete è la chiave per costruire percorsi educativi efficaci e replicabili».
«È importante lanciare segnali di attenzione al di fuori dei confini dell’Italia - sottolinea il presidente della Fondazione don Vincenzo Barbante -. Questo nelle Filippine è un progetto che propone e rafforza su una scala ancora più ampia quel “progetto di vita” a favore dei più fragili che ci caratterizza da tempo come Fondazione sia, sul versante internazionale che su quello italiano».
«La collaborazione con la Fondazione Don Gnocchi ha rappresentato per Fondazione Guanelliana di Solidarietà un passo fondamentale verso la diffusione di competenze professionali capaci di promuovere una cultura più inclusiva e attenta ai bisogni delle persone con disabilità – conclude Caterina Ferrari, head of philanthropy and development di FoGS -. Il progetto ha valorizzato l’approccio trasformativo promosso dalla Fondazione, puntando non solo sul trasferimento di conoscenze, ma anche sul coinvolgimento attivo della comunità nella ricerca di soluzioni condivise. È in questo processo partecipativo e generativo che riconosciamo le basi per un cambiamento sistemico autentico, in grado di incidere in profondità sul tessuto educativo e sociale di Legazpi. In questo percorso, le partnership si sono dimostrate essenziali: solo attraverso l’alleanza tra attori diversi, ciascuno portatore di competenze, risorse e visioni condivise, è possibile affrontare sfide complesse e costruire modelli capaci di sprigionare un reale potenziale trasformativo».
Nell’area di Legazpi, situata nella provincia di Albay sull’isola di Luzon, è presente da 25 anni la “Harong Kan Sagrada Familia”, gestita dalla Congregazione dei Servi della Carità - Opera Don Guanella. Questa struttura include una residenza per persone con disabilità fisica, la scuola speciale per studenti con disabilità mentali e fisiche, un servizio di fisioterapia, spazi per il programma di alimentazione mirata a bambini e bambine affetti da malnutrizione e un’area gioco.
Con la conclusione di questa fase, il progetto “Ripartire” lascia una traccia concreta nella comunità educativa locale, contribuendo alla crescita di una cultura della cura e della professionalità a misura di ogni bambino.
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