Al Centro IRCCS "Don Gnocchi" di Milano il primo meeting... (Leggi tutto)
“Viaggio oltre la meta” è il titolo del nuovo docufilm dedicato alla leggenda della Moto Guzzi - con le sue storie di passione, libertà e sogni in sella alle mitiche due ruote - che è stato proiettato in anteprima assoluta a Mandello del Lario (Lecco) davanti a un folto pubblico, in un’atmosfera di grande coinvolgimento.
L’emozionante video (che sarà presto disponibile sulle principali piattaforme) è il frutto di un nuovo progetto ideato e promosso da Massimo Zavaglia e Bruno Nava, realizzato dalla casa di produzione e agenzia di comunicazione milanese Alboran – con il patrocinio del Comune di Milano – che nel 2021, in occasione del centenario dell’azienda motociclistica italiana, aveva già firmato “Il coraggio di andare oltre”, un emozionante racconto della vita dei tre fondatori della Moto Guzzi, nata proprio a Mandello del Lario.
Il docufilm è stato realizzato grazie anche al supporto della Fondazione Don Gnocchi, visto che propone tra l’altro un’intervista al presidente onorario della Fondazione Don Gnocchi, monsignor Angelo Bazzari, realizzata al Museo milanese del beato don Gnocchi, che racconta la storia della “Freccia Rossa”, il raid motociclistico Milano-Oslo organizzato nell’estate 1949 da don Carlo Gnocchi in collaborazione con gli scouts milanesi guidati da don Andrea Ghetti per sensibilizzare l’opinione pubblica sul problema dei piccoli mutilati di guerra.
L’impresa passò alla storia con l’appellativo di “Freccia Rossa”, per via del colore dei venticinque “Guzzini” da 65 cc di cilindrata messi a disposizione dalla Moto Guzzi, che il 17 luglio 1949 (nella foto sopra, il momento della partenza) partirono dal capoluogo lombardo verso la Scandinavia per tracciare una via d’amore lunga 1.800 chilometri in riscatto del dolore delle innocenti vittime della guerra appena finita. «Sulle ali della Freccia Rossa – ebbe a scrivere don Carlo – la voce dei piccoli mutilati di guerra invita l’Europa all’amore e alla pace».
Il video propone tra l’altro un’intervista a Cesare Fabozzi, oggi lucidissimo 96enne, uno degli scout milanesi protagonisti dell’impresa, che ha raccontato (anche dal vivo, a fine serata) le modalità di svolgimento di quell’incredibile viaggio lungo l’Europa e le sue più nobili motivazioni, ben espresse a suo tempo da don Gnocchi, don Ghetti e da tutti i partecipanti: «Durante il viaggio - ha ricordato Fabozzi -, in quell’Europa ancora alle prese con i drammatici postumi della guerra, abbiamo avuto modo di incontrare tanta gente e in particolare molti giovani, tanti ragazzi come noi, uguali a noi, e di solidarizzare con loro. I nostri padri erano stati costretti a fare la guerra e a uccidersi, noi stavamo invece ponendo le basi per un futuro di pace. Magari senza saperlo, abbiamo contribuito a far nascere una nuova Europa fondata sulla pace. E’ per questo motivo che allora sono diventato europeista e lo sono tuttora…».
Lo sforzo di Cesare Fabozzi e dei quasi quaranta partecipanti alla “Freccia Rossa” non fu vano. Anzi. Essi portarono per l’Europa la nobile esortazione dei mutilatini («Noi ci vogliamo bene: anche se i nostri padri si sono odiati. Vogliamo che tutti si amino e in nome del nostro dolore chiediamo pace fra gli uomini. Aiutateci, poiché soltanto nella serenità troveremo la forza per affrontare la vita»). Gli anni successivi dimostrarono - a proposito di Europa e di solidarietà ai mutilatini - che quel sogno era l’anticamera della realtà.
La proiezione è avvenuta in occasione del “Motoraduno Internazionale Città della Moto Guzzi”, organizzato a Mandello del Lario a metà settembre, appuntamento irrinunciabile per ogni fan dell’Aquila e per ogni amante del motociclismo, organizzato dall’Automotoclub Storico Italiano: per quattro giorni la cittadina del lago di Como che ospita la storica sede della Moto Guzzi è diventata un punto di riferimento della passione motociclistica, con l’anteprima del nuovo docufilm dedicato all’eredità di una delle eccellenze italiane, attraverso un marchio che ha conquistato le strade del mondo mantenendo intatta la propria identità e quei valori che l’hanno reso un simbolo nel panorama motoristico internazionale.
Uno dei Guzzini della Freccia Rossa e il Galletto di don Carlo nella sala della memoria di Milano
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