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di Rocco Spera
coordinatore locale del progetto di Fondazione Don Gnocchi Ong in Ecuador
L’Ecuador sta attraversando uno dei periodi più difficili della sua storia. La struttura del narcotraffico nel continente americano è cambiata negli ultimi anni, l’Ecuador è oggi un Paese fondamentale nella logistica e distribuzione della droga verso l’Europa. I cartelli messicani e colombiani hanno esteso la propria rete di influenza, stringendo alleanze anche con i gruppi narcos ecuadoriani. Le organizzazioni criminali locali, che in passato erano considerate più docili, sono oggi estremamente forti e violente. La maggior parte della loro operatività è soprattutto nella costa e nelle città portuali di Esmeraldas, Manta e Guayaquil.
Rocco Spera, coordinatore del progetto dell'Ong Don Gnocchi in Ecuador
La strategia è chiara: nessuno può intralciare i narcos. Da qui un’escalation di violenze che ha visto colpita in primis la popolazione civile e più recentemente anche il mondo delle istituzioni con l’omicidio del sindaco di Manta, Augustin Intriago, mentre svolgeva un sopralluogo a un lavoro un pubblico in pieno giorno, e del candidato alle elezioni presidenziali Fernando Villavicencio, all’uscita da un comizio elettorale.
Una delle zone strategiche del narcotraffico in Ecuador è San Lorenzo, dove da più di 15 anni opera la Fondazione Don Gnocchi. San Lorenzo è una città di frontiera con la Colombia, in perenne contesa tra diverse organizzazioni narcos e che vive momenti di costante incertezza. È inoltre uno dei contesti più vulnerabili del Paese, con infrastrutture carenti, scarsa educazione, mancanza di acqua potabile, alta disoccupazione e violenza. La debolezza dello Stato lascia terreno fertile alle organizzazioni criminali che prosperano nel reclutamento di giovani lasciati in balia di se stessi e senza prospettive di futuro.
Fortunatamente, fino ad oggi nessuna delle Ong presenti sul territorio di San Lorenzo ha ricevuto minacce dirette o apportato cambi drastici alla metodologia di lavoro.
Momenti di attività della Fondazione Don Gnocchi nella città di San Lorenzo
La Fondazione Don Gnocchi ha dovuto comunque rivedere la propria presenza sul territorio e la propria operatività soprattutto nei settori e quartieri più complicati. È stato quindi elaborato un protocollo di sicurezza estremamente rigido per lo staff che indica al personale le modalità di ingresso e di lavoro nei differenti quartieri e comunità d’intervento nell’ambito del progetto di Fondazione.
Attualmente le attività continuano ad essere svolte con una certa regolarità, anche se il difficile contesto crea situazioni di stress e alti rischi di burn out tra il personale “Don Gnocchi”, che necessita sempre di maggior attenzione e di momenti per ridurre la tensione e creare armonia.
Ad agosto si sono svolte le elezioni presidenziali che porteranno a novembre a un ballottaggio tra Luisa Gonzalez, candidata di Rafael Correa, storico presidente della sinistra ecuadoriana attualmente in esilio in Belgio e Daniel Noboa, giovane imprenditore vicino all’ex presidente Guillermo Lasso.
Per il futuro è difficile pensare a cambi drastici della situazione attuale nel breve e medio tempo, l’opinione pubblica crede ci sia bisogno di anni prima che le cose possano raggiungere una certa stabilità e che la vita possa riprendere a scorrere regolarmente. Quello che è certo è che, indipendentemente da chi sarà il prossimo presidente del Paese, il popolo ecuadoriano chiede a gran voce solo due cose: pace e sicurezza.
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