Nel panorama sanitario contemporaneo, la comunicazione non è solo un mezzo: è un diritto fondamentale, un pilastro che incide profondamente sulla qualità delle cure.
Negli ultimi anni, gli standard internazionali hanno acceso i riflettori su una realtà spesso trascurata: la vulnerabilità comunicativa. Quando una persona non riesce a esprimersi in modo efficace, il rischio è quello di vedere compromesso l’accesso equo alle cure, con conseguenze che vanno ben oltre la sfera clinica.
È in questo contesto che nasce e si sviluppa la Comunicazione Aumentativa Alternativa (CAA): una metodologia innovativa pensata per supportare chi, in modo temporaneo o permanente, incontra ostacoli nel comunicare. Ma la CAA non è solo tecnologia, simboli o linguaggio visivo. È un ponte. Un ponte che collega il paziente al mondo, che restituisce voce, autonomia e dignità.
Il progetto CAA della Fondazione Don Gnocchi nasce con l'obiettivo di offrire strumenti concreti a chi vive con Bisogni Comunicativi Complessi (BCC), affinché possa riappropriarsi della propria voce e del proprio ruolo nella società.
La Comunicazione Aumentativa Alternativa (CAA) permettere alla persona di esprimere bisogni, desideri, emozioni e pensieri riducendo la dipendenza dagli altri e consentendo una partecipazione più attiva a scuola, in famiglia e nella comunità. Promuovere interazioni più efficaci con familiari, educatori e coetanei, ampliando la rete sociale.