"FIORI NELLA NEVE". IL PODCAST

È on line il nuovo progetto, realizzato da Chora Media da un’idea del Servizio Comunicazione della Fondazione in collaborazione con l'Associazione Nazionale Alpini, che valorizza e ripropone il libro più conosciuto di don Gnocchi: quel "Cristo con gli alpini" che racchiude pagine straordinarie dell'esperienza del cappellano don Carlo durante nella seconda guerra mondiale.

Il podcast "Fiori nella neve. Don Carlo Gnocchi e gli alpini nella campagna di Russia" è un racconto è a due voci: Davide Savelli, head of Chora Storia, si avvale dei contributi della professoressa Maria Teresa Giusti, per restituire grazie anche alla realizzazione di un paesaggio sonoro immersivo e coinvolgente e alle citazioni tratte dal testo e dal ricco epistolario di don Gnocchi, il significato più autentico del sacrificio e dell'epica impresa degli alpini. Una proposta che punta a coinvolgere soprattutto le generazioni più giovani, perchè la memoria possa aiutare a discernere e a capire il male che ancora oggi sembra gravare sul mondo.

Il primo episodio: la chiamata

Nel primo episodio è presentata la figura di don Carlo dalla giovinezza ai primi incarichi da sacerdote, per poi approfondire le motivazioni profonde che lo spinsero a partire per la Grecia e l’Albania nel 1941 con la divisione Julia. Un’esperienza da cui maturerà una prima, fondamentale riflessione sulla guerra, che condizionerà per sempre il suo operato.

Il secondo episodio: in Russia

Tornato a Milano dopo l’esperienza al fronte, nel 1942 don Carlo chiede e ottiene di partire per la campagna di Russia. È l’inizio di una tragica impresa che condurrà alla morte migliaia di soldati italiani.

Il terzo episodio: la ritirata

Gennaio 1943. È l’inizio della ritirata di Russia e delle “marce del ritorno” per i pochi sopravvissuti alla controffensiva sovietica. Don Carlo riesce a tornare a casa, ma la sua vita cambierà per sempre.

Il quarto episodio: la promessa

Al suo rientro in Italia don Gnocchi è impegnato nella Resistenza e nell’aiuto alle vittime della guerra. A partire dal dopoguerra, dedicherà la sua intera esistenza alla creazione di opere assistenziali al servizio di orfani e mutilati.